Articolo sul resto del carlino sulla serata dedicata ai terremotati
Perché la Pro Loco ha adottato il simbolo del San Giorgio?
La leggenda narra che dopo aver ucciso il Drago, questo fosse portato fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi. La tradizione Romagnola vuole che sui carri agricoli venisse riportato il simbolo del San Giorgio e pertanto trovi il suo collegamento al fatto che anche la castellata “Castlè” carro agricolo per il trasporto del vino, un tempo, veniva trainato dai buoi . Sulla base di questi elementi stotici, la Pro Loco scelse di adottare i simboli del San Giorgio e della Castellata proprio per portare avanti la tradizione e ricordare le sue radici.
Inizialmente si diceva che Castel Bolognese fosse stata fondata il 23 aprile data in cui viene celebrata la memoria di San Giorgio. San Giorgio era, insieme a San Petronio, uno dei patroni del paese.
PRO LOCO CASTEL BOLOGNESE
8 settembre 2016
9 novembre 2009
Articolo Sette Sere Pignataza
Castel Bolognese, dopo la premiazione de "La pignataza", in difesa del dialetto
domenica 08 novembre 2009
Venerdì 30 ottobre tutto esaurito al cinema Moderno di Castel Bolognese per la consegna del 15° premio «La Pignataza». Era infatti un'impresa trovare un posto all'appuntamento triennale con il più importante concorso di poesia dialettale romagnola, promosso e organizzato dalla Pro Loco, con il patrocinio di Comune e associazione Istituto Friedrich Schuerr.
Fra i 23 componimenti presentati, è stata «Sla Banchéina» di Antonio Gasperini di Montiano (nella foto) ad aggiudicarsi il premio, istituito nel 1967 da Aldo Spallicci e dai castellani Oddo Diversi, Fausto Ferlini e Ubaldo Galli.
Particolare menzione alle liriche «Arivê "a là"» e «Fiôr s-ciazê», rispettivamente di Adolfo Margotti (Fusignano) e Gian Piero Matulli (San Cassiano di Brisighella), premiati con una targa in argento e oro da Alessandro Dari, presidente Pro Loco, dal sindaco Daniele Bambi e dall'assessore Giovanni Morini.
Una copia della raccolta di poesie «Pignataza 2009», invece, a tutti i partecipanti chiamati a turno sul palco da Carla Fabbri, dell'Istituto Schuerr, a leggere i loro componimenti. Sguardi commossi, voci trattenute dall'emozione, battute in dialetto e generosi applausi.
Diversi i volti conosciuti: Maria Landi, Giovanni Donati (Battista), Attilio Nanni ed Elgiva Fabbri, con il quadernetto delle sue poesie. Ma anche castellane oggi residenti altrove, come Marta Prelati (San Lazzaro) e Maria Lasi (Ravenna).
Una pluralità di voci che, con diversi accenti, ha toccato le corde di un'identità culturale comune, che appare però sempre più lontana nel tempo.
«C'è un calo progressivo dei partecipanti e della qualità del poetare» ha ammesso Paolo Grandi, componente della commissione giudicatrice, con Mauro Mazzotti di Ravenna e Giuseppe Bellosi di Fusignano. «Per conservare questo legame con la nostra terra, bisognerebbe fare iniziative nelle scuole» ha aggiunto, prendendo però le distanze dalla proposta estiva leghista.
C'è un contatto con l'associazione Pietro Costa: «Stiamo valutando diverse ipotesi - ha confermato la presidente Sandra Soglia - per tenere viva questa nostra cultura». In cantiere la «Pietro Costa» ha un premio in ricordo del castellano Carlo Pirazzini, che con le sue ironiche zirudelle animò molti trebbi al centro sociale.
Daniela Malavolti, "sette sere"
Tratto dal sito: http://faenzanotizie.it/main/index.php?id_pag=92&id_blog_post=1683
7 novembre 2009
Pubblicazioni in nuovo diario
CASTELBOLOGNESE
Su tutti vince il dialetto
La Pignataza 2009 va ad Antonio Gasperini
06/11/2009
Era gremita la sala del “Cinema Moderno” la sera di venerdì 27 ottobre in occasione della premiazione della 15ª edizione della “Pignataza”, il concorso di liriche dialettali organizzato ogni tre anni dalla locale “Pro Loco”. Madrina di eccezione è stata Carla Fabbri dell’ associazione “Istituto Friedrich Schurr”, nata per la conservazione e valorizzazione del dialetto romagnolo, che con brillantezza e tanta semplicità ha presentato i vari momenti costitutivi di questo spettacolo, con protagonista il dialetto romagnolo. Anche le cante che il coro di San Petronio diretto da Paolo Grandi ha presentato nei vari momenti della serata, erano in dialetto e sono valse a sottolineare le caratteristiche di questo linguaggio che contraddistingue la nostra regione. Erano presenti anche il sindaco Daniele Bambi e l’assessore alla Cultura Giovanni Morini i quali, chiamati sul palco dalla presentatrice per un saluto e le premiazioni, hanno dichiarato con convinzione di amare il dialetto, seppur rammaricati dal fatto che i loro genitori li hanno educati a parlare in italiano.
La commissione giudicatrice formata da Giuseppe Bellosi di Fusignano, Mauro Mazzotti di Ravenna e Paolo Grandi di Castel Bolognese, ha assegnato la “Pignataza 2009” alla poesia intitolata “Sla banchèina” di Antonio Gasperini di Montiano (nella foto premiato dal presidente della Pro Loco) che descrive un’“appollaiata” di vecchi sulle banchine dei viali, a ricordare senza fretta i tempi passati. Nella parte conclusiva della motivazione si legge: «Il quadro antico dei vecchi del paese a ritrovo è reso dal poeta con immagini fresche e garbate, che l’utilizzo appropriato del lessico dialettale rende immediate e spontanee, senza mai cadere nel bozzetto di maniera».
Sono stati giudicati degni di particolare menzione e, quindi, premiati con targa in oro e argento due componimenti: “Arivè a là” di Adolfo Margotti di Fusignano e “Fior s-ciazè” di Gian Piero Matulli di San Cassiano di Brisighella.
Tratto dal sito: http://www.nuovodiario.com/castelbol.cfm?wid=6258